Il mio pensiero clinico
Orientamento
Secondo l’approccio Cognitivo Costruttivista non esiste una sola realtà, ma tante realtà quante sono le persone che la percepiscono e che la costruiscono. Questo presupposto implica che il terapeuta non possiede una visione migliore o più funzionale di quella del paziente: il paziente è l’unico esperto di sé. Il terapeuta, invece, possiede gli strumenti per accompagnarlo nell’esplorare il processo che lo porta a costruire e dare un significato agli eventi della sua vita. La storia personale ha un ruolo nell’attribuire significati diversi agli eventi della vita, perchè nel conoscere e nell’affrontare la realtà si utilizzano schemi che si sono formati soprattutto a partire dalle prime esperienze emotivamente significative. Nel corso della vita, però, questi schemi sono soggetti a una continua riorganizzazione, e prenderne consapevolezza sicuramente facilita il cambiamento. La consapevolezza di come una persona esperisce e si spiega eventi della realtà emotivamente significativi può avvenire con un percorso conoscitivo che paziente e terapeuta conducono insieme.
In altre parole
Per capirci meglio, facciamo un esempio pratico:
Affacciati alla finestra e guarda la casa o l’edificio davanti a te.
Cosa stai guardando?
La risposta sarà sicuramente: una casa o un edificio, è oggettivo!
Ora ti chiedo di descrivere ciò che vedi con tanti più dettagli e particolari che percepisci, con le sensazioni che ti trasmette quella casa o quell’edificio. Ecco che la stessa realtà inizia a diventare sempre più soggettiva e sempre meno oggettiva.
Nel formulare una descrizione più dettagliata di un oggetto sono intervenuti i tuoi schemi cognitivi che ti portano a concentrare l’attenzione su un dettaglio piuttosto che su un altro. Questi schemi sono assolutamente personali, perchè dipendono quelle che sono le tue esperienze di vita che ti hanno portato a considerare più o meno rilevante un certo dettaglio.
I dettagli che tu hai notato e le sensazioni che ti ha dato, renderanno la tua descrizione molto diversa dalla mia, nonché da quella di chiunque altro.
Gli schemi ci servono per dare un significato agli eventi della nostra vita, e i significati ci servono per orientarci. Le nostre esperienze di vita, a partire dalle prime esperienze relazionali emotivamente significative, vanno a inserirsi in una mappa mentale che ci consente di orientarci nel percepire le prossime esperienze.
L’approccio Cognitivo Costruttivista concepisce l’altro come “guidato” dalla propria mappa sul mondo. La sofferenza in quest’ottica è un’indicazione che la mappa non è aggiornata con le potenziali strade possibili da percorrere. La sofferenza ci porta a ripercorrere sempre la stessa strada, in maniera rigida e ripetitiva. Questo non significa che il terapeuta cambierà la mappa del paziente, ma in un processo di conoscenza dei propri significati personali e di come questi si sono costruiti a seguito di determinate esperienze di vita, sarà possibile ampliare la visione di strade possibili che siano coerenti con quelle che sono le attitudini, ambizioni e caratteristiche personali del paziente.